Dollaro USA in ritirata, occhi puntati sull'incertezza politica francese
Martedì mattina il dollaro USA ha perso leggermente terreno nei confronti dell'euro e della sterlina britannica. Il dibattito sui dazi proposti da Donald Trump e l'impatto dell'incertezza politica in Francia sono al centro dell'interesse degli economisti, che stanno monitorando attentamente anche le dichiarazioni sui tassi di interesse dei responsabili delle politiche monetarie della Federal Reserve (Fed) e della Banca centrale europea (BCE).
Le borse europee hanno aperto in rialzo questa mattina, mentre un rapporto proveniente dalla Svizzera ha mostrato un aumento dell'inflazione dello 0,7% a novembre, dato leggermente inferiore allo 0,8% previsto dagli economisti intervistati da Reuters.
Indice
Mercoledì il rapporto sul PIL australiano del terzo trimestre 2024
L'Australian Bureau of Statistics (ABS) pubblicherà il rapporto sul PIL relativo al terzo trimestre dell'anno. Gli economisti stimano che il PIL australiano sia cresciuto dello 0,4% su base trimestrale e dell'1,0% su base annua, dato in entrambi i casi leggermente più alto rispetto a quello del trimestre precedente.
L'inflazione in Australia rimane elevata e costringe la Reserve Bank of Australia (RBA) a perseguire una politica monetaria restrittiva. Il governatore della RBA Bullock ha affermato qualche giorno fa che l'inflazione di fondo è ancora troppo elevata per prendere in considerazione tagli dei tassi di interesse nel breve termine. Va tenuto presente che a ottobre le vendite al dettaglio nel Paese sono aumentate dello 0,6% su base mensile, contro una crescita dello 0,1% registrata a settembre.
Rallenta la contrazione del settore industriale USA
Un rapporto dell'Institute for Supply Management (ISM) ha evidenziato che il settore industriale USA ha subito una contrazione a novembre, seppur a un ritmo più moderato rispetto a ottobre; l'indice ISM Manufacturing PMI si è attestato a quota 48,4. Gli analisti dell'ISM hanno osservato che "l'esecuzione della produzione è rallentata a novembre, in linea con la debolezza della domanda e degli arretrati", aggiungendo che "i fornitori continuano ad avere capacità produttiva, con tempi tra ordinazione e consegna in via di miglioramento, ma con la ricomparsa di carenze di alcuni prodotti".
Secondo un'indagine Reuters, gli economisti avevano previsto una cifra vicina a 47,5. Se è vero che novembre è stato l'ottavo mese consecutivo in cui l'indice PMI si è attestato sotto quota 50,0, alcuni analisti hanno tuttavia ipotizzato che i risultati delle elezioni potrebbero aver alimentato speranze di politiche future più favorevoli alle imprese.
I responsabili delle politiche della BCE discutono sui tassi di interesse
I membri del consiglio direttivo della BCE hanno commentato i tassi di interesse. L'economista capo Phillip Lane ha affermato in un'intervista al Financial Times (FT) che "a un certo punto, la politica monetaria deve essere guidata dai rischi emergenti piuttosto che essere rivolta al passato". Il funzionario irlandese ha osservato che "c'è ancora un pochino di strada da fare" prima che la BCE sia certa che l'inflazione raggiungerà l'obiettivo del 2%. Lane, che è considerato una "colomba", ha affermato che "la nuova sfida sarà valutare i rischi emergenti".
Il responsabile delle politiche BCE Martins Kazaks ha affermato lunedì che, a suo avviso, la banca centrale della zona euro deve continuare a tagliare i tassi di interesse e ha accennato che ci sono prove che "il problema dell'inflazione avrà presto fine". Al contrario Isabel Schnabel, altro membro del consiglio direttivo della BCE, ha affermato di vedere "un margine limitato per ulteriori tagli dei tassi" ora che gli effetti della politica monetaria restrittiva della BCE si attenuano visibilmente. La funzionaria tedesca ha osservato che allentare la politica della BCE non sarebbe una mossa appropriata nelle condizioni attuali.
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