Dazi USA e turbolenze di mercato: cosa c'è da sapere
I dazi sui prodotti importati non sono una novità: gli USA hanno già seguito la stessa prassi in passato, compreso il periodo del mandato dell'ex presidente Joe Biden. Questa volta però i dazi USA hanno preso di mira non solo la Cina, ma anche Paesi confinanti quali Messico e Canada.
Ora che abbiamo un primo saggio delle politiche di Donald Trump, vediamo cosa prevedono gli analisti di mercato sulle sue mosse: leggi il nostro articolo per saperne di più.
Indice
- Il presidente Trump impone dazi ma poi fa marcia indietro
- La Cina contrattacca con dazi sui prodotti USA
- Secondo ING l'incertezza di mercato non è scomparsa
- ABN Amro: è iniziata la guerra dei dazi tra USA e Cina
- Goldman Sachs: possibili venti contrari per l'Europa a causa delle tensioni commerciali
- Operare su dollaro USA, sterlina britannica ed euro con Admiral Markets
Il presidente Trump impone dazi ma poi fa marcia indietro
Il 1º febbraio il neo-eletto presidente USA Donald Trump ha annunciato di voler imporre dazi su una serie di prodotti importati dalla Cina e dai Paesi confinanti, nella fattispecie Canada e Messico. Se la controparte cinese negli ultimi anni si è abituata ai dazi, i governi canadese e messicano dal canto loro speravano che la retorica di Trump non si concretizzasse.
La Casa Bianca ha annunciato che martedì 4 febbraio sarebbero entrati in vigore un prelievo del 25% sulle importazioni canadesi (10% per i prodotti energetici canadesi) e messicane e un'imposta aggiuntiva del 10% sulle merci cinesi.
La nuova amministrazione USA ritiene che imporre dazi sui prodotti delle principali economie concorrenti stimolerebbe la crescita e creerebbe milioni di posti di lavoro, poiché le aziende USA riporterebbero le loro unità di produzione nel Paese. Per quanto Trump abbia attaccato Joe Biden in campagna elettorale sui prezzi alti e sull'inflazione, dicendo che danneggiano le tasche dei cittadini, il presidente neo-eletto ha osservato che gli americani potrebbero avvertire la pressione di una nuova ondata di aumento dei prezzi.
In un repentino cambio di strategia, il presidente USA Donald Trump ha accettato una pausa di 30 giorni nell'applicazione dei dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico, poiché i due paesi hanno accettato di prendere provvedimenti per prevenire il traffico illecito di fentanyl verso gli USA.
La Cina contrattacca con dazi sui prodotti USA
Il governo cinese ha dichiarato di essere fermamente contrario ai dazi e ha osservato che "le guerre commerciali e tariffarie non hanno vincitori". La controparte cinese ha asserito che chiederà l'intervento dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), poiché "l'aumento unilaterale dei dazi da parte degli USA viola gravemente le norme dell'OMC, non contribuisce a risolvere i propri problemi e turba la normale cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti. In risposta a tale iniziativa illegittima, la Cina avvierà un'azione legale presso l'OMC e adotterà le contromisure necessarie per tutelare con fermezza i propri diritti e interessi".
Il 4 febbraio la Cina ha annunciato che imporrà dazi aggiuntivi del 15% sulle importazioni dagli USA di carbone e gas naturale liquefatto, a partire dal 10 febbraio. Le autorità cinesi hanno dichiarato che imporranno anche dazi più alti del 10% su petrolio greggio, attrezzi agricoli e alcuni veicoli USA, e che attueranno controlli sulle esportazioni di determinati prodotti legati ai minerali strategici.
Secondo ING l'incertezza di mercato non è scomparsa
Commentando i dazi gli analisti di ING hanno affermato che, per quanto riguarda le politiche finanziarie dell'amministrazione USA, l'imprevedibilità proteggerà il valore del dollaro statunitense. Nella loro relazione, pubblicata il 4 febbraio, scrivono: "Trump è riuscito a ottenere un maggiore impegno sulla sicurezza delle frontiere da entrambi i Paesi, anche se le trattative sul commercio sono parse limitate. Rimane in dubbio se Trump avesse pianificato un accordo dell'ultimo minuto con i due Paesi, o se fosse stato magari incoraggiato da reazioni interne. In ogni caso, i mercati devono seguire una logica e a nostro avviso la conclusione è che Trump è pronto a bluffare per ottenere vittorie di compromesso, sia sulla sicurezza delle frontiere che sul commercio. Per il Forex, ciò significa che il dollaro potrebbe non assistere a grandi rialzi contro le valute direttamente e indirettamente colpite semplicemente dopo l'annuncio di un nuovo dazio, ma solo dopo che i dazi siano entrati effettivamente in vigore e ci siano segnali che persisteranno".
Gli economisti della banca olandese osservano che sospendere i dazi non ridurrà in realtà l'incertezza di mercato: "Il punto fermo di tutto ciò è che i mercati non stanno ancora escludendo completamente dalle quotazioni la minaccia dei dazi. Questo perché i dazi sono stati solo posticipati di un mese e, in secondo luogo, perché l'altalena delle notizie commerciali degli ultimi giorni lascia nei mercati maggiore incertezza e imprevedibilità, che danneggiano le valute con beta elevato a causa sia delle esposizioni dirette al protezionismo che delle implicazioni per il sentiment sul rischio".
ABN Amro: è iniziata la guerra dei dazi tra USA e Cina
Gli analisti di mercato di ABN Amro sono dell'avviso che, anche se Cina e Stati Uniti trovassero una soluzione a breve termine ora, la guerra dei dazi tra i due Paesi è già iniziata. In un commento pubblicato da The Guardian, asseriscono che il governo cinese cercherà di annullare l'effetto riducendo i tassi di interesse e aumentando la spesa pubblica.
Il rapporto osserva: "Sebbene l'applicazione del primo dazio sia avvenuta anche prima di quanto previsto nel nostro pronostico "Global Outlook, The Year of the Tariff", nel nostro scenario di base prevediamo già un aumento significativo (graduale) dei dazi USA sulle importazioni dalla Cina fino a un tasso medio effettivo del 45% entro il secondo trimestre del 2026. Se per ora le trattative tra Trump e Xi potrebbero attenuare il rischio di un'ulteriore escalation, Trump ha tuttavia dichiarato questa settimana che considera il dazio del 10% come il primo round, e che i dazi alla Cina potrebbero lievitare parecchio se non si perviene a un accordo".
Goldman Sachs: possibili venti contrari per l'Europa a causa delle tensioni commerciali
L'Unione Europea (UE) probabilmente non farà eccezione, perché il Presidente USA ha espresso la volontà di imporre dazi anche sui prodotti UE. Gli economisti di Goldman Sachs sono dell'avviso che la zona euro potrebbe subire un "forte colpo all'attività" in seguito all'aumento delle tensioni commerciali.
In particolare osservano: "Ci aspettiamo innanzitutto un impatto significativo sull'attività a causa dell'aumento in corso delle tensioni commerciali. Se è vero che la zona euro potrebbe trarre un leggero vantaggio dalla deviazione negli scambi associata a eventuali dazi USA su Canada e Messico, il presidente Trump ha comunque ribadito l'intenzione di aumentare anche i dazi sull'UE".
La presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha dichiarato che la controparte europea è pronta a condurre "un braccio di ferro" con Donald Trump per evitare una guerra commerciale. Von der Leyen ha affermato: "Saremo pronti a un braccio di ferro se necessario e a trovare soluzioni ove possibile, a rimediare a tutte le rimostranze e a gettare le basi per una collaborazione più solida. Saremo aperti e pragmatici su come raggiungere tale obiettivo. Ma metteremo altrettanto in chiaro che proteggeremo sempre i nostri interessi, in tutte le circostanze e i modi necessari. Questa sarà sempre la via europea".
Operare su dollaro USA, sterlina britannica ed euro con Admiral Markets
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