La manovra restrittiva della Banca Centrale è prevista per il 3° trimestre

Luglio 01, 2022 18:07

Guidate dalla Federal Reserve, le principali banche centrali sono pronte a stringere ulteriormente la propria politica monetaria nel terzo trimestre.

I trader valutari potrebbero dover calcolare un altro rialzo dei tassi di interesse dello 0,75% negli Stati Uniti verso la fine di luglio. Nel frattempo, è probabile che la BCE aumenti il suo tasso di interesse di riferimento da una posizione sotto lo zero per la prima volta in 11 anni. L'euro potrebbe essere sostenuto in tal caso, dopo aver perso molto terreno nel secondo trimestre a fronte di un dollaro forte.

La nuova retorica aggressiva della BCE non implica una convergenza con la politica monetaria della Federal Reserve, poiché la banca centrale è in ritardo di diversi mesi rispetto agli Stati Uniti nella reazione all'inflazione. Inoltre, la BCE ha un approccio diverso e intende continuare ad acquistare obbligazioni delle economie meridionali più piccole e vulnerabili come la Grecia, che si è rivelata il tallone d'Achille durante la crisi del debito sovrano in Europa tra il 2010 e il 2012.

Il Presidente della BCE Christine Lagarde ha in programma un altro schema per limitare la diffusione delle obbligazioni al fine di evitare un'altra disastrosa tornata di tagli al debito sovrano, ma finora non ha rivelato ulteriori informazioni su come funzionerebbe.

Altri temi di mercato presenti nell'orizzonte dei tassi d'interesse a breve termine sono la persistente posizione accomodante del Giappone e l'impatto di un dollaro forte sulle valute dei mercati emergenti.

Dopo aver lottato contro la deflazione per quasi due decenni, la Banca del Giappone sembra aver accolto con favore la crescita relativamente moderata del tasso d'inflazione, ma potrebbe chiudere un occhio sui rischi. È vero che i tassi di interesse negativi mantengono lo yen debole e probabilmente aumentano la competitività delle esportazioni giapponesi. Ma è anche vero che il costo della vita del Paese è in aumento e incide sulla spesa dei consumatori, un parametro chiave della crescita economica.

L'indice MSCI dei mercati emergenti è sceso dopo che la Federal Reserve ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse a marzo. L'indice, che copre un paniere di titoli dei mercati emergenti rispetto al dollaro USA, continua a mostrare volatilità. Da aprile, anche il benchmark valutario MSCI EM ha registrato un'ampia tendenza al ribasso e alla volatilità.

In sintesi, i principali fattori trainanti dei mercati Forex e azionari sembrano destinati a continuare nel terzo trimestre: la stretta monetaria, la divergenza monetaria tra la Federal Reserve e la Bank of Japan e un dollaro USA più forte che fa pressione sulle valute dei mercati emergenti.

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Sarah Fenwick
Sarah Fenwick Autore testi finanziari

Sarah Fenwick ha una formazione in giornalismo e nei media. Ha lavorato come corrispondente delle notizie sulla borsa svizzera ed esercita la professione di giornalista finanziaria ed economica da 15 anni.