Quale politica riuscirà a tenere sotto controllo l'inflazione?

Novembre 09, 2022 13:52

L'economia globale post-pandemia mostra approcci diversi per tenere sotto controllo l'inflazione, dalla politica di tolleranza zero COVID-19 della Cina al rapido ritmo di stretta monetaria della Federal Reserve.

Nel caso della Cina, la ripresa economica a breve termine è stata frenata dalle chiusure nelle principali aree industriali e l'inflazione si è recentemente attestata al 2,1% (anno su anno per ottobre). In controtendenza rispetto al resto del mondo, il tasso d'inflazione sta scendendo in Cina, visto che a settembre si è attestato al 2,8% su base annua. Anche se questo potrebbe non essere il risultato voluto dalla politica di salute pubblica del Paese, finora ha evitato il peggio delle pressioni inflazionistiche che hanno colpito altri Paesi.

La politica monetaria cinese rimane accomodante dopo che la People's Bank of China (PBC) ha ampliato i finanziamenti al settore privato lanciando un programma di quantitative easing (QE). Il programma di QE prevede l'acquisto di circa 34,52 miliardi di dollari di obbligazioni di imprese private.

A confronto con gli Stati Uniti, dove l'economia si è espansa alla fine del 2021, facendo esplodere l'inflazione e preparando il terreno per i rialzi dei tassi d'interesse dopo che i prezzi sono aumentati insieme alla crescita.

L'aumento dell'inflazione è stato esacerbato dai prezzi elevati del greggio sulla scia della guerra in Ucraina, mettendo la Federal Reserve nella condizione di invertire al più presto la rotta negativa. I rialzi dei tassi d'interesse fino allo 0,75% al mese sono diventati la nuova normalità, ma l'inflazione continua a esercitare pressioni sull'economia statunitense e offusca una prospettiva altrimenti dinamica dopo che il Paese è tornato a crescere nel terzo trimestre.

A giudicare dagli scenari sopra descritti, si tratta di capire quale sia il colpo da abbattere per fermare l'aumento dell'inflazione: il rallentamento della crescita economica o l'aumento dei tassi di interesse?

Un terzo scenario si sta delineando in Giappone, dove la politica monetaria rimane ultra-accomodante, l'inflazione è salita al 3% e non ci sono restrizioni COVID alla crescita economica. I turisti sono ora autorizzati a tornare in Giappone, il che dovrebbe aggiungere circa 35 miliardi di dollari alla produttività economica, proprio il tipo di iniezione di liquidità necessaria dopo due anni di limiti al volume dei viaggi.

L'economia britannica post-pandemia mostra maggiori vulnerabilità sotto forma di inflazione elevata, tassi di interesse in aumento e crescita economica più debole. Le politiche fiscali e monetarie più restrittive potrebbero pesare sul sentiment e il sostegno dell'Unione Europea non è più un'opzione dopo la Brexit. D'altra parte, il settore dell'occupazione è relativamente solido e i salari crescono, anche se non così velocemente come l'inflazione.

L'Europa deve far fronte a tassi d'inflazione elevati, ma è stata più lenta degli Stati Uniti nell'aumentare la guidance sui tassi d'interesse, il che significa che i tassi d'interesse sono più bassi nell'Eurozona che negli Stati Uniti, mettendo l'euro in una posizione di svantaggio rispetto all'USD. D'altra parte, il blocco economico rimane in territorio di crescita e la disoccupazione è relativamente bassa. 

Solo il tempo ci dirà quale politica avrà più successo nel tenere sotto controllo l'inflazione. Ogni economia è unica, quindi una politica unica non va bene per tutti, e i trader dovrebbero monitorare attentamente gli sviluppi che hanno un impatto sui mercati valutari e azionari.

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Sarah Fenwick
Sarah Fenwick Autore testi finanziari

Sarah Fenwick ha una formazione in giornalismo e nei media. Ha lavorato come corrispondente delle notizie sulla borsa svizzera ed esercita la professione di giornalista finanziaria ed economica da 15 anni.